Come scegliere un turbante invernale dopo la chemio

La perdita dei capelli è, in molti casi di tumore, ancora oggi un’inevitabile conseguenza della chemioterapia, e per il suo impatto psicologico rappresenta uno degli effetti collaterali più temuto dalle pazienti. Durante e dopo la chemioterapia molte donne scelgono di indossare una parrucca, scelta in modo che meglio imiti i capelli originali. Altre, invece, ricorrono al turbante, un’alternativa che si presta a essere personalizzata secondo il gusto di ognuna.

Ma quali caratteristiche dovrebbe avere un turbante da portare dopo la chemioterapia?

turbante chemioterapia ontherapy

Perchè indossare un turbante

Oltre che per l’aspetto estetico, è importante che il turbante protegga la testa dal freddo, durante l’inverno, -la pelle diventa, tra l’altro, più sensibile alle basse temperature- e dalle radiazioni solari in estate.

Bisogna tenere presente, infatti, che anche la pelle risente degli effetti della chemioterapia: diventa più secca e fragile, e quella del cuoio capelluto non fa eccezione. Anzi, trattandosi di una parte del corpo normalmente coperta, l’improvvisa caduta dei capelli la rende particolarmente sensibile e la espone a varie sollecitazioni esterne che possono causare fastidi.

I capelli iniziano a cadere due-tre settimane dopo il primo ciclo di chemioterapia. Può succedere, nei giorni precedenti, di avvertire una sensazione di fastidio e irritazione alla cute, o una specie di indolenzimento. Una volta iniziata, la caduta dei capelli prosegue progressivamente, specialmente in occasione dei lavaggi e quando vengono pettinati.

Per questo sarebbe opportuno tagliare i capelli molto corti, ma non è consigliato di rasarsi a zero in quanto si può rischiare, una volta terminate le cure, di rallentare la ricrescita, che inizia dopo circa un mese dalla fine dell’ultimo ciclo chemioterapico. I nuovi capelli, pronti per spuntare, potrebbero rimanere nel bulbo, provocando l’infiammazione dei follicoli.

È opportuno invece, dopo la caduta dei capelli, prendersi cura del cuoio capelluto detergendo la pelle con detergenti delicati e mantenendola idratata con prodotti emollienti e lenitivi, per esempio a base di sostanze naturali come olio di jojoba, burro di karité, olio di mandorle e acido ialuronico.

Turbante per la chemioterapia in inverno

Il turbante dovrebbe essere composto di fibre naturali, come cotone, seta o altre fibre che non irritino la pelle, per esempio fibra di latte o viscosa di bambù. Il materiale ideale è anallergico e traspirante, caldo in inverno ma che non si surriscaldi al rialzo delle temperature. Bandite, quindi, le fibre sintetiche.

Per essere più confortevole e non irritare la pelle, il turbante dovrebbe poi avere delle cuciture “invisibili” o che comunque non vengano a contatto con la pelle del capo.

Il turbante da chemioterapia, durante l’inverno, deve proteggere dal freddo: la lana è un ottimo materiale ma può risultare fastidiosa se a diretto contatto con la pelle. Un turbante a doppio strato, che nella parte interna sia rivestito, per esempio, di seta o cotone, può risolvere questo problema.

Dal punto di vista estetico il turbante permette la scelta di colori e modelli, anche in base alle mode del momento, e può essere un sostegno per l’aspetto psicologico. Alcuni modelli sono pensati per ricreare, una volta indossati, l’effetto di volume dato dai capelli.

Per una maggiore comodità di chi lo indossa e per una protezione massima da freddo e vento, il turbante può essere indossato sotto ad un cappello. In questo modo si potrà ricreare trecce di stoffe o code colorate da far spuntare sotto al copricapo e personalizzare secondo il proprio stile.

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